Apertura Convegno Diocesi di Roma 11 giugno 2007
"GESU’ E’ IL SIGNORE: EDUCARE ALLA FEDE, ALLA SEQUELA, ALLA TESTIMONIANZA"
E’ importante soffermarci innanzitutto sull’affermazione iniziale: "Gesù è il Signore".
La ritroviamo già nella solenne dichiarazione che conclude il discorso di Pietro a Pentecoste, dove il primo degli Apostoli ha detto: ”Sappia dunque con certezza tutta la casa di Israele che Dio a costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso!”
Analoga è la conclusione del grande inno a Cristo contenuto nella Lettera di Paolo ai Filippesi: ”Ogni lingua proclami che Gesù è il Signore, a gloria di Dio padre!”
Si potrebbero aggiungere diverse altre citazioni :penso al dodicesimo capitolo della lettera ai romani, dove l’Apostolo dice:”Confesserai con la tua bocca che Gesù è il Signore” ricordando anche ai cristiani di Roma che questa parola- “Gesù è il Signore”- è la confessione comune di tutta la vita della Chiesa. Da queste parole si è sviluppata tutta la Confessione del Credo Apostolico, del Credo Niceno.
In un altro passo della Prima Lettera ai Corinzi, Paolo afferma:”Anche se vi sono cosiddetti dèi sia nel cielo sia sulla terra…”- e sappiamo che anche oggi ci sono tanti cosiddetti dèi sulla terra- per noi c’è UN SOLO DIO, IL PADRE, dal quale tutto proviene e noi siamo PER LUI; e UN SOLO SIGNORE, GESU’ CRISTO, in virtù del quale esistono tutte le cose e noi esistiamo per Lui”.
Così fin dall’inizio, i discepoli hanno riconosciuto in Gesù
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colui che dà significato e speranza alla nostra vita: in Lui incontriamo infatti il vero volto di Dio, di CIO’ DI CUI ABBIAMO REALMENTE BISOGNO PER VIVERE.
Educare alla fede, sequela e testimonianza, vuol dire aiutarci scambievolmente ad entrare in un rapporto vivo con Cristo e con il Padre.
E’ questo fin dall’inizio, il compito fondamentale della chiesa, comunità dei credenti, dei discepoli e degli amici di Gesù.
La Chiesa, corpo di Cristo e tempio dello Spirito Santo, E’ quella compagnia affidabile nella quale siamo generati ed educati per diventare, in Cristo, figli ed eredi di Dio. In lei riceviamo quello Spirito “per mezzo del quale gridiamo Abbà Padre!”.
Dice Agostino ”Alzati, pigro, e comincia a camminare!” Cominciare a camminare vuol dire inoltrarsi sulla ‘via’ che è Cristo stesso, nella compagnia dei credenti.
L’esperienza quotidiana ci dice- e lo sappiamo tutti- che educare alla fede proprio oggi non è un ‘ impresa facile...
Si parla di una grande ‘emergenza educativa’, della crescente difficoltà che s’incontra oggi nel trasmettere alle nuove generazioni i ‘valori-base’ dell’esistenza e di un retto comportamento, difficoltà che coinvolge sia la scuola sia la famiglia e si può dire ogni altro organismo che si prefigga scopi educativi.
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L’educazione tende ampiamente a ridursi alla trasmissione di determinate abilità o capacità di fare,mentre si cerca di appagare il desiderio di felicità delle nuove generazioni colmandole di oggetti di consumo e di gratificazioni effimere.
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Ma proprio così non offriamo ai giovani alle nuove generazioni quanto è nostro compito trasmettere loro. Noi siamo loro debitori anche dei eri valori che danno fondamento alla vita.
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Cresce perciò da più parti la domanda di un’educazione autentica e la riscoperta del bisogno di educatori che siano davvero ali. Lo chiedono i genitori, preoccupati e spesso angosciati per il futuro dei loro figli, lo chiedono tanti insegnanti , lo chiede la società stessa nel suo complesso che , in Italia, come in molte altre nazioni, vede messe in dubbio dalla crisi dell’educazione, le basi stesse della convivenza.
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La Chiesa col suo impegno di educare alla fede,alla sequela e alla testimonianza, assume più che mai il valore di far uscire la società in cui viviamo dalla crisi che la affligge mettendo un argine alla sfiducia e a quello strano ‘odio di sè’ che sembra diventato caratteristico della nostra civiltà.
- Una priorità essenziale : avvicinare a Cristo e al Padre la nuova generazione che vive per gran parte in un mondo lontano da Dio.
- DOBBIAMO ESSERE CONSAPEVOLI che una simile opera non può essere realizzata con le nostre forze, ma solo con la potenza dello Spirito.
- Per l’educazione e la formazione cristiana, dunque, è decisiva anzitutto la preghiera e la nostra amicizia personale con Gesù.( e, proprio mosso da questa necessità ho pensato: sarebbe utile scrivere un libro che aiuti a conoscere Gesù.)
- L’educazione, inoltre, specialmente l’educazione cristiana, ha bisogno di quella vicinanza che è propria dell’ amore.
- IN CONCRETO, questo ‘accompagnamento’ deve far toccare con mano che la nostra fede NON è qualcosa del passato, che essa può essere vissuta oggi e che, vivendola, troviamo realmente il nostro bene.
- I ragazzi possono così liberarsi da pregiudizi diffusi e rendersi conto che il modo di vivere cristiano è REALIZZABILE e RAGIONEVOLE, anzi di gran lunga, IL PIU’ RAGIONEVOLE.
- Una missione propria e fondamentale e una responsabilità primaria competono alla FAMIGLIA.
I genitori sono coloro attraverso i quali il bambino fa la prima e decisiva esperienza dell’amore, di un amore che in realtà non è solamente umano ma un riflesso dell’amore di Dio per Lui. - partecipazione, quindi, delle famiglie alla catechesi e a tutto l’itinerario di iniziazione cristiana dei fanciulli e degli adolescenti.
Raramente si incontrano genitori del tutto indifferenti alla formazione umana e morale dei figli, e quindi non disponibili a farsi aiutare in un’ opera educativa che essi avvertono come sempre più difficile. - Man mano che i figli crescono aumenta naturalmente il loro desiderio di autonomia personale, che diventa facilmente, soprattutto nell’adolescenza, presa di distanza critica dalla propria famiglia. Si rivela allora particolarmente importante quella vicinanza che può essere assicurata dal catechista, sacerdote, laico o religioso o da altri educatori capaci di rendere concreto al giovane il volto amico della Chiesa e l’amore di Cristo.
- Per generare effetti positivi che durino nel tempo, la nostra vicinanza deve essere consapevole che NON C’E’ VERA PROPOSTA EDUCATIVA CHE NON STIMOLI AD UNA DECISIONE, per quanto rispettosamente e amorevolmente, e proprio la proposta cristiana INTERPELLA A FONDO LA LIBERTA’.
- Cita il suo intervento a Verona ( Discorso del 19 ottobre 2006):”un’educazione ha bisogno di risvegliare il coraggio delle decisioni definitive, che oggi vengono considerate un vincolo che mortifica la nostra libertà,ma in realtà sono indispensabili per crescere e raggiungere qualcosa di grande nella vita, in particolare per far maturare l’amore in tutta la sua bellezza: quindi per dare significato e consistenza alla stessa libertà”. Quando avvertono di essere rispettati e PRESI SUL SERIO, gli adolescenti, pur con la loro incostanza e fragilità, non sono affatto indisponibili a lasciarsi interpellare da proposte esigenti
- L’educatore autentico, prende ugualmente sul serio, LA CURIOSITA’ INTELLETTUALE che già esiste nei fanciulli e, con il passare degli anni, assume forme più consapevoli.
E’ nostro COMPITO cercare di rispondere alla domandai di verità ponendo senza timori la proposta della fede a confronto con la ragione del nostro tempo.
E’ quindi molto importante sviluppare quella che già lo scorso anno abbiamo chiamato “la pastorale dell’intelligenza”. - Il lavoro educativo passa anche attraverso l’autorevolezza.
Perciò specialmente quando si tratta di educare alla fede, è centrale la figura del testimone e il ruolo della testimonianza. Il testimone di Cristo, attraverso la coerenza della propria vita diviene attendibile punto di riferimento:egli NON RIMANDA però A SE STESSO, ma a Qualcuno che è infinitamente più grande di lui, DI CUI SI E’ FIDATO, e di cui HA SPERIMENTATO L’AFFIDABILE BONTA’.
La consapevolezza di essere chiamati a diventare testimoni di Cristo, non è pertanto qualcosa che si “aggiunge” dopo, una ‘conseguenza’ alla formazione cristiana, come purtroppo spesso si è pensato, e anche oggi si E’ UNA DIMENSIONE INTRINSECA ed ESSENZIALE DELL’EDUCAZIONE ALLA FEDE.
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Oggi più che mai l’educazione e la formazione della persona sono influenzate da quei messaggi e da quel clima diffuso che vengono veicolati dai grandi mezzi di comunicazione e che si ispirano ad una mentalità e cultura caratterizzate dal relativismo, dal consumismo e da una falsa e distruttiva esaltazione, o meglio PROFANAZIONE, del corpo e della sessualità.
PERCIO’, proprio per quel grande “SI’” che come credenti in Cristo diciamo all’uomo amato da Dio, non possiamo disinteressarci dell’orientamento complessivo della società a cui apparteniamo, delle tendenze che la animano e degli influssi positivi o negativi che essa esercita sulla formazione delle nuove generazioni.