"Ed ecco la mia vita
Giunta sino all’orlo
Come un vaso d’alabastro
Infrango innanzi a Te
"

Boris Pasternák

Così, ho ripreso in mano uno scritto di Winnicot e se da un lato mi ha aiutato - spero aiuti anche lei - dall’altro mi ha lasciato parecchio perplessa: che tutto, tra noi esseri umani, si riduca davvero solo a questo essere amati solo fino a che si è funzionali a qualcosa d’altro?
Trovo utile per me, come per altri, rifletterci.
“Se voi fate tutto ciò che potete per promuovere la crescita personale dei vostri figli, dovete essere pronti ad affrontare risultati inquietanti.
Se, cioè, i vostri figli riusciranno ad incontrare sé stessi, non si accontenteranno di incontrare soltanto una parte del proprio Sé, ma vorranno incontrarlo per intero, ivi compresi sia gli elementi aggressivi e distruttivi, sia quelli che potrebbero essere definiti amore.
Comunque vi sarà una lunga lotta a cui dovrete sopravvivere.
In ogni caso commetterete degli errori e questi errori saranno visti e sentiti da loro come disastri, ed essi tenteranno di farvi sentire responsabili delle loro difficoltà, anche se non lo siete.
Vi sentirete ricompensati se un giorno vostra figlia affiderà suo figlio alle vostre cure, indicando così che pensa che ne siete capaci; o se vostro figlio desidererà in qualche modo essere come voi, o se si innamorerà di una ragazza che potrebbe piacere anche a voi, se foste più giovani.
Le ricompense vengono indirettamente, e, ovviamente, sappiate che non sarete ringraziati.
Anche se la crescita durante la pubertà prosegue senza crisi importanti, ci si può scontrare con problemi acuti riguardanti il fatto che crescere significa prendere il posto dei genitori.
Ed è realmente così.
Nella fantasia inconscia, crescere è necessariamente un atto aggressivo.
E però il ‘bambino’ non ha più la statura del bambino.
Se la fantasia precoce di crescita contiene l’idea di morte, quella adolescenziale contiene quella di omicidio.
Nella fantasia inconscia della crescita che avviene nella pubertà e nell’adolescenza, c’è la morte di qualcuno.
I genitori possono essere di poco aiuto: il meglio che possono fare è sopravvivere; sopravvivere intatti e senza cambiare atteggiamento, senza abbandonare alcun principio importante.
Gli adulti maturi devono credere alla propria maturità più che mai.
Il punto principale è che l’adolescenza è qualcosa di più della pura pubertà fisica, nonostante sia largamente incentrata su di essa.
L’adolescenza implica crescita e questa crescita è lenta.
E mentre la crescita prosegue, la responsabilità deve essere presa dalle figure genitoriali.
È eccitante che l’adolescente sia in azione e sia ascoltato, ma la lotta adolescenziale che oggi si fa sentire in tutto il mondo, deve subire un confronto, cioè essere resa reale da un confronto.
Il confronto deve essere personale.
Gli adulti sono necessari per l’esistenza e la vitalità degli adolescenti.
Ciò non sarà affatto piacevole: nella fantasia inconscia, queste sono questioni di vita e di morte.
L’impulso d’amore primario è stracolmo di spietatezza e distruttività, è l’aggressività orale.
Potremmo chiamarlo ‘mangiare’.
La resistenza a giungere in analisi o in terapia a questa spietatezza dell’amore primario è, come si può immaginare, tremenda.
Si tratta di sadismo orale: mangiare senza pietà l’oggetto che è proprio dell’amore primario.
Il lavoro da fare è riorganizzare sé stessi e diventare realmente integrati e reali, capaci di accettare la verità circa i propri impulsi primitivi, entrando in contatto con i sentimenti distruttivi verso ciò che si può peraltro solo definire un oggetto buono
Il fondamento della ‘generosità’ che appartiene all’amore primario va colto gettando uno sguardo sull’invidia, sul furto e sulla distruttività verso l’oggetto buono.
Il senso di colpa è un segno di maturazione: deriva dalla capacità di sopportare i propri impulsi distruttivi nell’amore primario.
Il sopportare tali impulsi consente libertà di sviluppo all’esperienza della preoccupazione responsabile, che rappresenta poi la base per tutto ciò che è costruttivo.
L’occasione di contribuire, lavorando, in un modo o nell’altro, aiuta ciascuno di noi ad accettare la distruttività che è parte di noi stessi in quanto rappresenta qualcosa di basilare, inerente all’amore, e che è mangiare.
Invece l’occasione di dare un suo contributo offerta a qualcuno che è incapace di entrare in contatto con la propria distruttività, è percepita come un rimprovero ed il risultato clinico è disastroso.

(immagine: Family by Carlo)