"Ed ecco la mia vita
Giunta sino all’orlo
Come un vaso d’alabastro
Infrango innanzi a Te
"

Boris Pasternák

In effetti, in un Paese totalmente asservito a potenze straniere, in particolare a una potenza straniera - gli USA - queste verginelle che si scandalizzano di essere state fatte oggetto di ‘controlli’, fanno veramente pietà.
Dalla Seconda Guerra Mondiale in poi, noi italiani non siamo che marionette nelle mani di chi ci ha ‘liberato’.
Basterebbe soltanto quanto narra Antonino Galloni, noto economista, figlio dell’altrettanto noto parlamentare democristiano, in "Come è stata svenduta l’Italia", ed. Byoblu, circa le minacce - per nulla velate - fatte da Kissinger a Moro in visita negli States ai tempi, e, immediatamente, ridimensioneremmo il grande scandalo da cui ci sentiamo travolti e ‘offesi’ oggi.
Per meglio spiegarlo mi permetto di citare da un articolo di Stefania Maurizi, apparso in data 6 Marzo ’24.
“Siamo convinti che l’Italia è un posto eccellente per i nostri affari politici e militari: così l’ambasciatore americano a Roma, Mel Sembler, dell’amministrazione Bush”.
La cosa che - a mio parere - veramente rende l’idea di quanto drammatica (e per nulla originale) sia la nostra situazione oggi, è il comportamento tenuto già allora dal governo Berlusconi, in occasione di un ‘altrettanto stupida ed inutile guerra voluta dagli americani, come quella attuale in Ucraina.
E proseguo con la Maurizi: L’Italia, dopo l’11 settembre era divenuta ‘la piattaforma di lancio delle guerre americane’, come affermava solennemente il Guardian nel 2013.
La guerra in Iraq che causò ben 600 mila morti civili, 9,2 milioni di rifugiati e sfollati e che innescò la barbarie dell’Isis, aveva generato una fortissima opposizione in tutto il mondo.
Ma l’Italia, guidata da Berlusconi, aveva rotto l’isolamento e garantito il suo appoggio, nonostante l’opinione pubblica (e la Chiesa, è bene ricordarlo, nota mia) fosse visceralmente contraria e nonostante l’articolo 11 della Costituzione, che ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli.
‘Il governo italiano ha fatto la scelta di mantenere la sua politica allineata con gli Stati Uniti e vi ha tenuto fede, nonostante l’intensa pressione interna perché esistesse’, scriveva al suo governo Sembler nel maggio 2003.
E spiegava:
‘Quando il Presidente Ciampi sembrava sul punto di sollevare dubbi sulla legittimità costituzionale di un dispiegamento della 173ma Brigata Aviotrasportata dell’esercito degli USA, direttamente dal suolo italiano, il governo Berlusconi ha elaborato delle tattiche con noi per affrontare queste sue preoccupazioni. Il supporto logistico alle forze armate americane è stato eccezionale. Abbiamo ottenuto tutto quello che avevamo chiesto: aeroporti italiani, porti e infrastrutture dei trasporti sono stati messi a nostra disposizione’.
Sempre secondo l’ambasciatore americano, quel dispiegamento era stato ‘il più grande spostamento di truppe da combattimento per via aerea dalla Seconda guerra mondiale’.
E il governo Berlusconi ne era stata la chiave: ‘Se al potere ci fosse stata un’altra coalizione il percorso sarebbe stato più accidentato’.
Infine, la soddisfatta conclusione: ‘Pur riconoscendo che l’Italia possa apparire un posto arcano e bizantino (poverini gli amerikani! nota mia) fino alla frustrazione, siamo convinti che è un posto eccellente per fare i nostri affari politici e militari’.
Quanto all’Afghanistan, è stato un continuo chiedere ed insistere: più truppe, più carabinieri, più fondi, più libertà dai vincoli imposti ai soldati italiani. E poco importava che la guerra in Afghanistan fosse un completo fallimento, tanto che i servizi segreti italiani erano sospettati di pagare mazzette ai talebani per evitare gli attacchi ai nostri soldati, come scriveva l’ambasciatore americano Ronald Spogli.
Erano costanti le pressioni per aumentare la spesa militare italiana, come costante la loro competizione con la spesa sociale.
La diplomazia USA alla vigilia delle elezioni del 2006 scriveva: ‘Una forte vittoria del centrosinistra riporterebbe al potere sindacati e tradizionali ‘partner del sociale’, con prevedibili richieste di aumentare la spesa per lo stato sociale, che potrebbe erodere gli impegni del settore esteri e della Difesa’.
Per questo, quando emerge il PD, gli USA ci vedono una bella opportunità: può fare da ‘contenimento’ della sinistra in Italia. Tanto che, nel settembre 2008, Spogli scrive: ‘Nel lungo termine, un PD forte è nell’interesse dell’America perché è un partito di centrosinistra che isola gli elementi di sinistra più populisti ed insistenti, regolarmente un problema nei governi di centrosinistra’
Con politici PD come Enrico Letta queste speranze non parevano affatto mal riposte”, conclude l’autrice dell’articolo.
Per non fermarci - come l’articolo fa - che a Letta. Chiunque, da Renzi in poi sa che questo partito ha sempre più sostenuto un asservaggio militante agli americani e ai loro interessi. Basta vedere l’assoluto consenso della ‘opposizione’ - con conseguenti abnormi spese militari italiane per sostenerla - all’ingiusta guerra scatenata dagli americani in Ucraina.

(immagine sopra: In viaggio con i volontari della Croce Rossa da Bilohorodka a Vorzel, per evacuare i bimbi dell’orfanotrofio - foto Alessio Romenzi)

 

Papa Francesco