"Ed ecco la mia vita
Giunta sino all’orlo
Come un vaso d’alabastro
Infrango innanzi a Te
"

Boris Pasternák

La delegazione sostenuta da Giovanni Paolo II negava il supposto problema della sovrappopolazione mondiale, si opponeva al controllo delle nascite tramite pianificazione familiare, dissociava dai cosiddetti ‘diritti riproduttivi’, espressione coniata lì per la prima volta, si opponeva all’introduzione di espressioni come ‘contraccezione d’emergenza’.
Nel marzo ’94 Giovanni Paolo II inviò un’eloquente lettera al Segretario generale dell’ONU e ai capi di Stato di tutti i Paesi partecipanti.
Sei mesi dopo il Cairo, pubblicò l’enciclica Evangelium vitae, e, in prossimità del vertice di Pechino, la Lettera alle Donne.
La piattaforma d’azione del Cairo doveva durare sino al 2015, quando fu rilanciata fino al 2030 con un nuovo programma ancora più preoccupante in quanto prevedeva su questi temi di cambiare perfino la cultura e la religione dall’interno…
Se ricordiamo queste cose, è evidente l’attuale rovesciamento di prospettiva nelle relazioni Santa Sede/ONU, nonostante i pericoli iniziati al Cairo si siano nel frattempo acuiti.
Il cardinal Martino aveva compreso che si era aperto un nuovo fronte, quello delle parole.
Al Cairo e a Pechino la Chiesa contraddiceva l’uso di espressioni come ‘salute riproduttiva’, oggi la Santa Sede le adopera correntemente.
La Chiesa innanzitutto dovrebbe lottare per l’uso delle parole: a cominciare da ‘sostenibilità’ che nel contesto ONU viene usata in un modo inaccettabile dal punto di vista cattolico.
Espressioni come ‘conversione ecologica’ ed ‘ecologia integrale’ possono piacere negli ambienti ONU, ma dal punto di vista della teologia cattolica, sono confuse.
Arrivando ad un punto successivo ecco che il rovesciamento di prospettiva ha prodotto ora un altro tipo di rovesciamento:

  •  i principi legati alla legge morale naturale, come aborto, fecondazione artificiale, controllo delle nascite, non vengono più considerati di primaria importanza e da difendere ad oltranza.

Essi sono sostituiti, nella società ‘multireligiosa’, dalla preoccupazione ecologica e dalla lotta alla povertà".
Qui mi permetto di integrare.
Non è chi non ricordi come oggi si sia assistito alla Giornata mondiale di preghiera del 14 maggio u.s., voluta dall’ Alto Comitato per la Fratellanza Umana, frutto di quanto accaduto il 4 febbraio 2019, ad Abu Dhabi, dove l’attuale papa firmò con il Grande Imam dell'Università Al-Azhar un "Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune". Il testo afferma, in maniera certamente non poco problematica, che "il pluralismo e la diversità di religioni" sono a pari titolo frutti della "Sapienza divina".
A seguito di questo incontro, il 20 agosto 2019 è stato creato, appunto l’Alto Comitato per la Fratellanza umana con l'obiettivo di mettere in pratica la dichiarazione. Il primo incontro si è tenuto alla Casa Santa Marta, in Vaticano, l'11 settembre.
In modo sorprendente l’obiettivo espresso da questo comitato corrisponde all'obiettivo perseguito dalla massoneria sin dalla sua fondazione. L'umanità intesa in senso astratto - giacché le divergenze tra fede e fede sono sostanziali, quindi, per ‘unificarsi’ anche solo nella preghiera rivolta ad un Dio ‘comune’, devono ridursi ad un minimo comun denominatore che ne azzeri le specificità - è sufficiente quando non necessaria, riducendo Chiesa e cristianesimo ad una forma terrena del regno di Dio vista come una ONG tra le altre. Magari garantendo il contributo di una vaga spiritualità a coloro che credono in Dio.
Prosegue Pentin: "Notiamo addirittura che le stesse espressioni ‘diritto naturale’ e ‘legge morale naturale’, così frequenti e centrali fino a Benedetto XVI, sono oggi sparite dal linguaggio della Chiesa.
Ma perché la Santa Sede è così apparentemente entusiasta di collaborare con l’ONU?"
Ancora mia integrazione a proposito di ‘collaborazione’, intesa come appiattimento, con L’Onu: il 4 dicembre, i membri dell'Alto Comitato hanno incontrato Antonio Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite, per chiedere la creazione di una Giornata mondiale della fratellanza umana. Guterres ha espresso il suo sostegno nominando un consigliere speciale, Adama Dieng, come rappresentante delle Nazioni Unite presso l'Alto Comitato.
Pentin: "I precedenti papi avevano avuto parole di apprezzamento per l’ONU, ma non ne avevano mai sposato l’ideologia e la Chiesa si era riservata di agire in due modi:

  • proponendo in positive posizioni diverse ed alternative radicate nel diritto naturale e nella ragione e
  • combattendo tramite i Nunzi e le delegazioni vaticane nei vari consessi ONU le distorsioni etiche e politiche.

I rappresentanti della Santa Sede non firmavano, come Osservatori, una direttiva d’azione o un accordo sullo sviluppo umano pur positivo in molti punti se non era conforme alla legge naturale e divina in materia per esempio di aborto e sessualità.
Oggi nessuna delle due cose apre accadere ormai più.
Se ci chiediamo il perché la risposta non può che essere, per lo stesso motivo per cui la Chiesa oggi dice che bisogna collaborare con tutti poiché’ la verità nasce dal dialogo ’ e dal confronto.
Per questo vediamo sostenitori del controllo delle nascite e neomalthusiani - proprio quelli contro cui combatteva la Santa Sede di Giovanni Paolo II e del cardinal Martino - far parte di organismi vaticani e sono costantemente invitati ed ascoltati.
E questa altro non è che la chiesa rahneriana che concepisce sé stessa ‘nel mondo ’, in cammino su un piano di totale parità con tutti gli altri.
Questo appiattimento sulle idee e sul linguaggio ONU secolarizza la fede cattolica, togliendole dal punto di vista filosofico, l’impianto metafisico e dal punto di vista teologico, l’assolutezza dottrinale.
In questo modo, la fede cattolica diventa un ‘percorso’ accanto ad altri, non avendo più alcuna pretesa di poter dire una parola di salvezza anche e proprio sulle questioni temporali.
Un tempo la Chiesa parlava di pace, convivenza e fraternità basata su:

  1. Legge naturale
  2. Vangelo di Nostro Signore.

Oggi ne parla solo nel senso di ‘collaborazione’ tra religioni.
Il cambiamento è notevole.
Infatti: non tutte le religioni accettano il diritto e la morale naturali oltre che, naturalmente, il Vangelo.
Il dialogo con le religioni e con le istituzioni internazionali si incentra, quindi, su di un minimo comun denominatore di stampo ‘umanistico’, generico ed universalistico.
Mettersi al servizio di questo obbiettivo significa pensare che le religioni possano convergere in alcuni obiettivi umanistici, lasciando da parte le rispettive teologie: il che è impossibile e pericoloso.
Già Maritain si era sbagliato ampiamente su questo punto.
Le religioni, infatti, considerano i problemi umani in base alla concezione che hanno del volto di Dio.
per farle convergere su di un’unica visione della giustizia e della pace, occorre stravolgerle ed uniformarle in modo forzato al ribasso.
Penare per fondare una ’Giornata della Fraternità umana’ da condividere con tutte le religioni, significa mettere da parte la Legge Naturale ed il Vangelo.
Quella praticata oggi dalla Santa Sede è una forma di adeguamento della fede cattolica alle logiche del mondo, pensando che proprio lì Dio si auto comunica.
Società multireligiosa, religione ecologica, immigrazioni pianificate sono questi i tre aspetti principali della religione secolare di oggi, quella espressa dall'ONU.
Ed è proprio su questi punti che la Chiesa oggi sta convergendo senza preoccuparsi troppo di dire qualcosa di specifico e di veramente proprio”.

(immagine: Basilica di San Benedetto Norcia)