"Ed ecco la mia vita
Giunta sino all’orlo
Come un vaso d’alabastro
Infrango innanzi a Te
"

Boris Pasternák

Ti chiedi, uscendo per leggere l’insegna, e poi, rientrando, due/tre volte, e poi ancora uscendo e poi rientrando... se quella è la libreria dove per anni comperavi i testi di teologia fondamentale nonché di Antropologia/Logica/Metafisica tomista DOC su cui hai passato i migliori - anche se tosti - anni della tua gioventù e ti preparavi a quei begli esami con pezzi da 90, come Vanni Rovighi, Bontadini, Bausola, ecc., quelli insomma della ripresa cristiana e cattolica della cultura... Infine, ti devi proprio dire: si!
Però - immediatamente - reagisci e dici: ma anche NO!
Non è lo stesso luogo, deputato alla difesa razionale della fede, come fu concepito in anni di dittatura positivistico/razionalista,  quello, dove sugli scaffali troneggiano titoli che, letti un po’ più seriamente, porterebbero all'infarto precoce: ”L’Amazzonia ci salverà”- (ma non era Cristo, i Sacramenti e la Parola che ci salvavano?) - e, poco più in là, apodittico un: ” Fine del celibato sacerdotale” - (ma quando? ma perchè? ma chi l’ha detto?) - a seguire una bella “Storia dei Gesuiti, dal Concilio a papa Francesco”- (ma è  una  storia da gesuiti, l’elezione di un papa, o della Chiesa?) - e poi Rahner, Kasper, Boff e ancora Rahner, dappertutto Rahner!
No! Non ho sbagliato Fede, quindi: ho sbagliato libreria. 
Ma, brancolante per lo choc seguito alla vista  della foto di quanti - culoni per aria, inginocchiati a piedi nudi nel parco - celebravano stamani in abito tribale, rigorosamente amazzonico, la dea della Fertilità, giunta a Roma per l’occasione dalle foreste pluviali, afferro “Getsemani” del cardinal Siri dalla libreria e vedo che perlomeno non tutto è delirio sotto il cielo...
Voglio regalarci il paterno richiamo del fu Cardinale mentre cita le impressionanti parole di quel gesuita maestro di torme di gesuiti (ma non di Balthasar!) che fu Rahner : “La teologia è genuina e predicabile solo nella misura in cui riesce a entrare in contatto con tutta l'autointerpretazione profana che l’uomo possiede in una determinata epoca, a entrare in dialogo con essa, ad assimilarla e a lasciarsene fecondare per quanto riguarda il linguaggio, ma ancor più per quanto riguarda la cosa stessa”.
Nota Siri, se la teologia deve lasciarsi fecondare da questa concezione profana, quando da ciò deriverà una nuova teologia, anch'essa dovrà a sua volta farsi fecondare dalla concezione profana della nuova epoca . Quindi ci sarà una continua assimilazione, da parte della teologia, della concezione profana dell’uomo e una continua fecondazione della teologia da parte dell’opinione profana assimilata. Commenta Siri: “Cristo è venuto per salvare il mondo, per fecondare il mondo, con il messaggio e la speranza della vita eterna. Non è venuto per essere fecondato dal mondo”.
È la teologia - come evidenzia Stefano Fontana che ci richiama a questo volume del Cardinal Siri - del relativismo esistenziale assoluto. “Il verbo dell’uomo ha la sua origine nel Verbo di Dio”, ma nella prospettiva esistenziale vista sopra, la parola umana si perde dentro i flussi e riflussi delle interpretazioni esistenziali, per cui viene meno la certezza del significato. Ricordiamo come, per Hans Küng, noto ai tempi della mia giovinezza, fintanto che il Santo Padre Giovanni Paolo II lo stoppó decisamente e - ahimè - oggi tornato in auge come Leonardo Boff..., non è possibile avere un credo certo, perché le proposizioni di fede sono sempre mediate dalla parola umana, la quale non corrisponde alla realtà in quanto sempre fraintendibile, non mai perfettamente traducibile, sempre in movimento e sempre ideologizzabile. 
Rifiutato il fondamento ontologico della parola nessuno può più sentirsi nella verità.
I tre elementi della nuova teologia - coscienza storica, ermeneutica, riferimento esistenziale - come afferma drammaticamente Stefano Fontana - “richiedono una reinterpretazione continua della fede cristiana ed anche il sinodo dell’Amazzonia è incentrato proprio su questo. Non essendo la parola di Dio consegnataci in Gesù Cristo e nella sua Chiesa a dover fecondare la realtà esistenziale e storica dell’Amazzonia, ma il contrario, non ne nascerà una nuova Amazzonia ma un nuovo cristianesimo”.
Karl Rahner - citato da Siri - diceva che “Dio è precisamente dove noi siamo e solo lì lo possiamo trovare”. Dio lo si incontra solo dentro la storia, incontrando gli uomini nella storia.
Continua Fontana:”Dal 5 ottobre lo si troverà nei popoli dell’Amazzonia e saranno loro a dare Dio ai Padri sinodali e non il contrario. Non un Dio definitivo però, bensì un Dio itinerante e progressivo, perché la storia continuerà anche dopo il sinodo dell’Amazzonia e i suoi documenti finali, e il Messaggio cristiano dovrà essere ulteriormente fecondato da nuove realtà umane ed esistenziali. A ciò potrebbero provvedere i successivi sinodi”.
E io cambierò libreria.
Almeno quella.