"Ed ecco la mia vita
Giunta sino all’orlo
Come un vaso d’alabastro
Infrango innanzi a Te
"

Boris Pasternák

Nel 2010, infatti, la città di Milano, desiderando onorare questa santa dei ‘migranti’, decise di scegliere il luogo di passaggio più frenetico della città.
Di meglio non si trovò che -in senso inverso, però, cioè appendendola- ‘elevare’ alla sua memoria una bella piramide di tubi fluorescenti, sospesa sulla testa del popolo come una ghigliottina luminosa e per di più con la punta minacciosamente rivolta verso il basso…
Ogni volta che passo là sotto è impossibile per me non chiedermi: ”Cosa c’entrerà mai una piramide, per di più rovesciata, con l’intrepida donna originaria di sant’Angelo Lodigiano, maestra elementare prima e missionaria poi, donna esclusivamente accompagnata da consorelle donne (senza ramo maschile di sorta a fare da supporto per intenderci) che attraversò l’Oceano ben 28 volte in una vita e persino le Ande a dorso di mulo, tutto per dare sostegno e conforto a poveri connazionali che si riversavano nel Nuovo Continente”?
A parte l’assoluta non-originalità dell’idea- considerato che al Carrousel del Louvre esiste dal 1989 una bellissima Piramide rovesciata (che tocca col suo vertice il vertice di un’altra molto più piccola) lasciando sbizzarrire tutti coloro che vi possono vedere la piramide astrale che si congiunge con quella di Cheope (e via esoterizzando), è per me sconcertante che questa immagine sia stata impiegata persino da chi attualmente siede sul soglio di Pietro al sinodo dei Vescovi nell’ottobre 2015…
La letteratura al riguardo dice che quella papale era una metafora per esprimere il concetto di Pietro come servus servorum Dei!
Ovvero il ‘potere’, essendo nel vertice, si deve trovare sottoposto alla massa che è la ’base’, quadrata…
La sola cosa che a me pare di dover/poter comprendere, quando passo sotto il ‘monumento’ a Santa Francesca Cabrini, è che un solido la cui base si trovi in alto difficilmente può reggersi sulla esile punta!
La punta ha tutte le prerogative dell’aria e dell’incorporeo, mentre la base quadrata ha tutte le qualità tipiche dell’elemento terra, e, anche senza voler scomodare quel grande esoterico dell’arte che fu Kandinskij -che di simboli collegati al quadrato/triangolo/cerchio ha colmato in maniera prodigalissima tutta la sua opera- è nella base che si trova la possibilità dell’appoggio, della staticità.
Le  piramidi, le quali nelle intenzioni dei loro primi costruttori, altro non erano che ‘scale’, cioè pietre disposte in modo da permettere un accesso verso l’alto, e quindi reclamano una ascesa verso mete ‘Altre’.
Quando la Terra nella forma simbolica di quadrato, base del poliedro, viene collocata al di sopra del Cielo, il vertice del poliedro, qualcosa va perso da qualche parte…
Molto prosaicamente a me disturba, ad ogni rientro in città attraversare quel varco della Stazione Centrale.
Sarà che il rientro da un viaggio si colora sempre di quel grigio senso di routine che ricomincia e di desiderio immediato di girare i tacchi e ripartire …
Ripartire e subito… per dove?
“Lontanoooooo… “
Lontano e basta!
Come diceva una canzone della mia gioventù…
Quel “Lontanoooo” esiste.
E se le Piramidi tornassero al loro verso giusto, ce lo ricorderebbero anche, forse…
Allora, per esempio, i poveri viaggiatori, scesi dai vagoni di un treno per infilarsi in sudicie carrozze di metropolitana, anziché sognare -fissando straniti i “Poster” pubblicitari di luoghi inarrivabili affissi lungo i binari- potrebbero, passando sotto l’arcone dell’atrio della Stazione, almeno per un attimo, scoprire un Vertice/Cielo che sta in cima e non annaspante, lui per primo, sotto un peso infinito.
Sì, basta poco, agli ingenui, per darsi delle pacche sulle spalle da soli e ricominciare a sparpagliarsi allegramente per vie metropolitane piene di smog e fumi tossici!
Il mio problema con le Piramidi ed il loro senso arcano, è per me comunque legato ad un ricordo di tanti anni fa.
Eravamo, il giorno dei Morti, tutta la famiglia, in cammino dietro al padre, in cerca della tomba -che va ogni anno  smarrita- di mia suocera (quella dei miei genitori, io la ritrovo sempre), e cerca di qua, cerca di là… quante tombe e quanti segni della memoria disposti ognuno a suo modo…!
Su di ogni tomba la nostalgia dei vivi, ovvero le disposizioni testamentarie dei morti, catturava lo sguardo coi sensi del più sentito cordoglio!
Fino a quando, tra bimbi in camiciola scolpiti nella pietra, Croci, vasi di fiori e sagome di Angeli o affini, ecco spuntare una bella piramide proprio al centro di un tumulo.
Una delle bambine spalancando la bocca dallo stupore, senza nessun pudore, esclama costernata: ”Io quando muoio non la voglio la piramide sulla mia tomba, capito?”!
“Va bene, stai tranquilla, niente piramide”!
E lei di rincalzo: ”Sulla Croce, almeno, c’è salito Gesù, sulla piramide, invece, non c’è salito nessuno”!
Su quelle rovesciate, poi, di piramidi??