"Ed ecco la mia vita
Giunta sino all’orlo
Come un vaso d’alabastro
Infrango innanzi a Te
"

Boris Pasternák

Sta sorridendo come poche altre volte l'ho vista sorridere nella vita. Già, infatti, quella che sorride è mia madre e sotto la nuvola di tulle spumeggiante ci sono io.
Al mio quarto giorno di vita.
Mia madre sorride e osserva stupefatta il frutto del suo seno, giacché il frutto precedente, un fratellino nato prematuro, le era scappato di tra le mani morendo appena nato, con grande sgomento suo e di mio padre.
Sì, credo proprio che stia chiedendosi se è vero o no il fagottino che tiene tra le braccia. Sembra dire tra sé e sé: "Respira, guarda, apre anche gli occhi, sì allora è vera, ed è mia, mia figlia".
Il resto lo racconta la sua veste stile Roma città aperta, siamo, infatti, nella seconda metà degli anni ’50 e la moda è, almeno qui in Italia, ancora quella che indossava la Magnani quando correva disperata dietro la camionetta. Però è un abito, quello di mia madre, chiaro stampato a piccoli disegni.
Lo racconta la sua mano a cui si aggrappa senza riuscire a stringerla, la mia.
Mentre scrivo, è il mio …esimo compleanno e mi devo fermare a pensare quante cose una mamma vorrebbe e potrebbe dire alla sua creatura nel metterla al mondo, e invece, è lei, la creatura che se le scoprirà negli anni, piano piano, ma sempre con il sorriso di lei, della madre, dentro al cuore.
Guardo la foto e non posso fare a meno di pensare che c’era forse già un presentimento del sogno che immancabilmente doveva scoppiare nelle aule di un Tribunale, tanti anni dopo, o che semplicemente lei, ignara di tutto, paga solo della sua gioia di avermi, mi stesse comunicando "Sei forte, vedrai che ce la farai".
In effetti è la fiducia di un genitore riposta in un figlio, tutto ciò che, il figlio, farà andare avanti. Anche quando, costretti a fermarci - in un sol momento - tutto il presente diventa passato e l'impossibile presente, seppellito dentro il cuore il sorriso di nostra madre, ritratta sorridere da nostro padre - continua a dirci: "Sei forte, vedrai che ce la fai".
Oggi voglio ricordare il nostro primo incontro, quello mio e di mia madre, dopo avermi finalmente messo al mondo.
Guardando al tempo andato da quel nostro primo incontro e quanto ancora dovremo aspettare per rivederci, dico alla mia quanto san Luigi Gonzaga scrisse a sua madre, mentre si stava spegnendo lontano da lei.
"La separazione non sarà lunga. Ci rivedremo in cielo e, insieme, uniti all'autore della nostra salvezza, godremo della gioia che non finisce più.
Egli ci toglie quello che prima ci aveva dato solo per riporlo in un luogo più sicuro ed inviolabile, e donarci tutto ciò che noi stessi, potendo, sceglieremmo”.